Anche la banca centrale della Nuova Zelanda si pone lungo la scia di quegli istituti che hanno deciso di diventare sempre più aggressivi sul fronte dei tassi di interesse. La necessità di combattere l’inflazione sempre più alta ha infatti spinto la Reserve Bank of New Zealand ad aumentare il costo del denaro di 50 punti base, portandolo al 1,5%.

La decisione della banca centrale

banca centrale nuova ZelandaL’esito del meeting di politica monetaria della banca centrale neozelandese è più aggressivo di quello che si aspettavano i mercati. Molti avevano preventivato un aumento del tasso di interesse di 25 punti base. La metà di quello che è stato effettivamente deciso.
Per la Banca Centrale neozelandese si tratta della quarta stretta consecutiva, ma le prime tre erano state tutte di 25 punti base.
Il motivo da cui nasce questa aggressività è la stessa che riguarda un po’ tutte le banche centrali mondiali, ossia contenere l’inflazione.

L’inflazione neozelandese

Secondo la Reserve Bank of New Zealand il tasso di crescita dei prezzi dovrebbe raggiungere un picco di circa il 7% durante questo primo semestre dell’anno.
Ai già noti problemi dal lato dell’offerta provocati dalla contraccolpo pandemico, si sono aggiunti ulteriori problemi generati dal conflitto in corso in Ucraina, che ha spinto verso l’alto i prezzi delle materie prime e dell’energia.

Una stretta… da colomba

La Reserve Bank of New Zealand precisa però che la mossa di oggi non cambia le sue prospettive future, ma va interpretata come una anticipazione di mosse che erano già state programmate. Secondola RBNZ una mossa troppo anticipata può risultare meno problematica di una mossa fatta con troppo ritardo.
Tra i due possibili Ma lì si è scelto quindi quello minore.

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La reazione del mercato

Questo approccio prudente, nonostante la stretta ha indebolito il kiwi neozelandese sul mercato delle valute. Il cambio tra il dollaro neozelandese quello americano è infatti sceso bruscamente, dopo aver registrato dei guadagni nella prima parte della seduta. non si vedono peraltro principali figure candele giapponesi sul grafico.
Il rapporto di cambio tra le due valute si allontana così ulteriormente dal picco massimo di 4 mesi che è stato raggiunto appena la settimana scorsa, per riportarsi verso la media mobile a 50 giorni.

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