“Dopo quasi 25 anni dall’original Buona Mista Social Ska, che fu un vero e proprio must per gli amanti dei ritmi in levare e non solo, vogliamo proporvi il secondo capitolo di quella splendida esperienza. Ci siamo presi una piccola pausa dai live, abbiamo rimesso sul piatto i nostri amati vecchi LP casalinghi e ritrovato un po’ di classiconi che sotto la polvere conservano ancora il loro sprint. Li abbiamo selezionati, rifiniti e arrangiati allo studio CCM di Chiuduno grazie alle capaci mani di Riky Anelli, lavorandoci con la nostra squadra che, per l’occasione, abbiamo voluto reintegrare con le fortunate collaborazioni di 25 anni fa.
Per registrare le tracce dei nostri ospiti romani torniamo da Simone Satta, al mitico Studio Diapason di Roma. Infine, oggi come allora busseremo alle porte insonorizzate del Garate Studio di Andoain, nei Paesi Baschi, dove Kaki Arkarazo– amico e confidente della band da quei tempi lontani – si occuperà di ‘chiudere’ il disco con mixaggio e masterizzazione.
In perfetto stile Buona Mista e secondo tradizione arpionica non potevano mancare i blasonati ospiti, come si conviene. Due grandi ritorni. Il nostro vecchio compagno di viaggi ritrovato Tonino Carotone, in una canzone che quando sentirete…capirete perchè! …e l’amico Valerio Mastandrea, di nuovo su una nostra produzione con un pezzo che, a dir poco, gli appartiene.
New entry la bravissima AWA FALL aka Sista Awa, la nostra ‘Queen of reggae’ che abbiamo visto crescere e diventare la grande cantante che è ora, impegnata lei pure su una nota song dal sapore internazionale, e Diego Bianchi, che torna a bomba sui suoi primi amori – le percussioni – e su una canzone che tutti canteranno a squarciagola. Per non farci mancare niente questo giro ci sarà anche una splendida sezione d’archi!
L’INTERVISTA
La costruzione della scaletta vuole creare un mood o è stata pensata seguendo altre dinamiche? “ Decisamente la prima che hai detto. L’intenzione è stata qulla di costruire un percorso di ascolto, anche se sappiamo che poi molti ascoltano i brani sulle piattaforme, magari all’interno di playlist assolutamente casuali.”
Avete fatto un consulto tra amici e musicisti per capire cosa ne pensavano della track list? “Fondamentalmente abbiamo fatto sentire un po’ di pre-produzioni ad amici qualificati, sì. Ma poi ci siamo affidati anche alle valutazioni di chi ci stava lavorando, visto che siamo una squadra di una dozzina di persone, non esattamente di primo pelo, per così dire.”
Tra i brani scelti qual è il tuo preferito in assoluto? “ Se devo dire la mia, amo molto Il Sud e Lugano Addio per come suonano, ma, senza retorica, devo dire che tutto il disco mi piace tantissimo.”
Come sono nate le collaborazioni e in che modo avete scelto su quale brano era meglio che intervenissero? “Prima di tutto dall’amicizia con le persone coinvolte. Poi, nel caso di Tonino e di Valerio, dalla voglia di coinvolgerli di nuovo in un nostro progetto. Azzurro per esempio la suonavamo con Tonino durante il tour del duemila e quindi ci è venuto quasi naturale.
Nel comunicato scrivete Valerio Mastandrea, di nuovo su una nostra produzione con un pezzo che, a dir poco, gli appartiene….. In che senso? “Mi riaggancio qui alla domanda precedente. La volta scorsa, nel disco Malacabeza, Valerio aveva cantato insieme a Kino, er tranquillante nostro, un brano di Gigi Proietti, in romanesco. E pure a sto giro volendo fare un brano tipicamente romano come Tanto pé cantà, composta da Ettore Petrolini nel 1932 e riportata al successo nel 1970 da Nino Manfredi, abbiamo pensato a lui”
Chissà cosa direbbe Lucio Dalla di questa versione de La casa in riva al mare. Bè, ci piacerebbe davvero saperlo. Si tratta di un brano coverizzato da molti, che però ne sottolineano spesso il lato drammatico. Noi, pur non sottovalutandone la drammaticità, abbiamo voluto farne una versione energica. Con l’idea che quelle sbarre, che non ci piacciono, anche solo con la fantasia, si possano spezzare.”
Biografia
ARPIONI – Biografia 2025 Raccontare in poche righe 35 anni di vitA non è facile. NaB nel 1990 sull’onda dei movimenti arci e centri sociali che fino dagli anni zero agitarono l’Italia e diedero vita alla grande onda vitale che generò tutta la scena indipendente, e che vide nei Centri Sociali il suo fulcro vitale, gli Arpioni sono uno dei gruppi più rappresentavi e longevi della scena ska italiana. Da sempre caraIerizzata da un approccio eclettico al genere e da una autorialità influenzata dalla musica italiana hanno calcato palchi di tutta Italia e Europa, condividendo la scena con nomi fondatori del genere giamaicano (su tutto la loro tournée con Laurel Aitken nel 2000). Skatalites, Toots &The Maytals, Slackers, Malarians, Hepcat, solo alcuni dei nomi con cui divisero palchi e avventure nel corso degli anni. Poi l’esperienza di collaborazione con Tonino Carotone, fra il 2000 e il 2008, sicuramente uno dei punti più alti del loro percorso. E quindi festival con Bandabardò, Max Gazzé, Sergent Garcia, Eumir Kusturika, Manu Chao etc. Un flusso che si interruppe nel 2008 quando la band si prese una lunga pausa. Fino ad allora cinque dischi, partendo da Papalagi del 1995, passando per In Mezzo Ai Guai del 1998, Un mondo in levare prima e Buona Mista Social Ska poi dei primi anni 2000 e infine Malacabeza del 2005. La band cresce e aumentano le collaborazioni: oltre al già citato Carotone, Pilar Arranguren, Begonia Bang Matu, Roy Paci, Valerio Mastandrea, Stefano Rosso. La formazione, come si usa anche per le band giamaicane, è da sempre aperta e sono decine i musicisti che si alternano da sempre sia nei dischi che nei live. Stefano Kino Ferri e Franco Scarpellini ne sono anima e motore sia come “memoria storica” che in quanto autori della maggior parte dei brani originali rilasciati dalla band, brani che da sempre affrontano argomenti sociali e spesso rimandano alla militanza, ma non disdegnano una visione personale e introspettiva che non rinuncia a un certo intimismo a volte malinconico. Nel 2016 la band prende di nuovo corpo. Una serie di fortunati concerti e poi l’idea di tornare a produrre musica nuova. Idea che si scontra con la imminente crisi pandemica, che però non ferma la produzione, grazie a un crowdfunding, che conferma una buona fan base della band, di “Les Jeux sont Faits”. Dodici brani originali e quaIche video autoprodotto;. La crisi dei locali che fanno musica si fa sentire ma i nostri non si scoraggiano e decidono di ricordare i dieci anni dalla scomparsa di Enzo Jannacci con una raccolta di brani del Maestro riproposti in salsa giamaicana. Un progetto ancora vivo e che li vede dividere il palco sia con Cochi Ponzoni che con Walter Leonardi, per uno spettacolo di teatro canzone. Mentre si porta fuori la musica di Jannacci prende forma il progetto, da tanto tempo incubato e mai sopito, di un Buona Mista Social Ska vol2. Si vagliano decine di brani e si iniziano pre-produzione e arrangiamenti. Questo giro si osa, inserendo anche strumenti nuovi, come violino, violoncello e flauto traverso. Anche stavolta non mancano le collaborazioni: il Ritorno di Tonino Carotone e Valerio Mastandrea, La voce inconfondibile di Awa Fall, stella del reggae internazionale con base fra Bergamo e Torino e infine, a sorpresa, pure Diego “Zoro” Bianchi alle percussioni e al canto. Nel frattempo ferve la scrittura di nuovi brani in vista di nuovi progetti; Insomma: è il caso di ribadire che quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare? Signori: Gli Arpioni, sempre e per sempre!
