La paura della recessione colpisce duramente i mercati e indebolisce l’euro. La valuta unica sprofonda di nuovo sotto la parità con il dollaro, mentre le interruzioni nelle forniture di gas dalla Russia mandano giù anche le borse del vecchio continente.

Crisi energetica e recessione

recessione euroLa notizia che ha innescato il nervosismo è che la Russia interromperà di nuovo le forniture all’Europa attraverso il gasdotto Nord Stream 1. Tre giorni a fine agosto.
Questa mossa preoccupa le Euroeconomie, specie quelle impegnate nello stoccaggio in vista dell’inverno (come la Germania).
Il prezzo del gas ha ricominciato a salire, ed alla fine ha chiuso con un nuovo record a 276,75 euro (ma i future erano arrivati anche a 295 euro). 

Nota: sulle commodities come il gas si può fare trading, ed anche in questo caso è utile conoscere il two rabbits downside gap.

I riflessi sull’euro

La crisi energetica avrà sicuramente forti ricadute sull’economia europea, e l’incubo della recessione si riflette sull’euro che si indebolisce. La Bundesbank sostiene che l’ingresso della Germania in una nuova recessione è “sempre più probabile”.
La valuta unica è scesa fino a 0,995 sul biglietto verde, toccando i minimi di ben 19 anni.
Già qualche settimana fa, il rapporto di cambio era sceso sotto la parità. L’euro aveva infatti già bucato questa soglia lo scorso 14 luglio, e molti sfruttando la possibilità di sfruttare i broker paypal trading, ne avevano approfittato.

La debolezza dell’euro presenta diversi rischi per l’economia, anche se può favorire le esportazioni verso gli Stati Uniti e i Paesi legati al dollaro, così come dare un vantaggio al settore del turismo. Ma è pesantissimo per l’economia, perché fa aumentare ulteriormente il costo dell’energia importata e il prezzo delle materie prime, che paghiamo in dollari.

Dati macro

Per misurare la febbre all’economia della zona euro saranno molto importanti i dati sul Pmi di agosto, che verranno resi noti domani.
Giovedì invece verranno pubblicati i verbali dell’ultima riunione politica della Banca Centrale Europea, che si trova sempre più sotto pressione. Da un lato deve infatti cercare di smorzare la corsa dell’inflazione, ma dall’altro deve evitare di spingere l’economia più rapidamente verso la recessione.

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