Dopo aver cominciato il nuovo anno con discreti guadagni, in un solo giorno il prezzo del petrolio ha bruciato tutti i progressi della prima settimana del 2024. Tutta colpa dell’Arabia Saudita.

Il driver ribassista del prezzo del petrolio

prezzo del petrolioAd innescare questo feroce rimbalzo al ribasso è stata la decisione di Saudi Aramco, ossia la controllata statale saudita del petrolio, di ridurre il prezzo di vendita ufficiale (OSP) a livello più basso da 27 mesi a questa parte. Questa decisione ha avuto un impatto importante sul mercato, perché fa capire che il più grande produttore al mondo di oro nero prevede che ci sarà un calo della domanda in futuro.

Il prezzo del Brent scivola così verso i 75 dollari al barile, mentre il WTI si è affacciato addirittura sotto la soglia dei 70 dollari, e sui Time frame forex trading giornalieri c’è stata molta volatilità.

Le contraddizioni del mercato

La decisione dei sauditi ha innescato un brusco calo del prezzo del petrolio. La cosa è ancora più insolita tenuto conto che domenica si è fermata la produzione nel più grande giacimento della Libia e che in Medio Oriente le tensioni sembrano acuirsi sempre di più, mettendo così a rischio una parte dell’offerta di petrolio.

Questi fattori normalmente dovrebbero spingere al rialzo il prezzo, mentre invece è accaduto l’esatto opposto. Ciò fa capire quanto sia importante la mossa dei sauditi nella dinamica tra domanda e offerta di oro nero.

Annotazione: il prezzo del petrolio può essere negoziato anche grazie allo strumento delle opzioni vanilla.

Il cambio di rotta di Riad

La decisione dei sauditi è ancora più eclatante se si pensa agli sforzi che hanno fatto negli ultimi mesi – in quanto leader dell’OPEC+ – per convincere gli altri produttori a tagliare le forniture, così da tenere a galla i prezzi. La pressione è stata così forte da spingere l’Angola, secondo produttore africano, ad uscire dal cartello in segno di protesta.

Peraltro va aggiunto che in base ad un sondaggio Reuters, la produzione petrolifera di Iraq, Angola e Nigeria è cresciuta nel mese di dicembre tanto da compensare i tagli che erano stati programmati (la produzione OPEC a 27,88 milioni a dicembre).

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