É in arrivo l'occhio bionico.Non riesce ancora a migliorare le prestazioni come nei film di fantascienza, ma può almeno a far percepire i contorni e la luce. Dopo i primi esperimenti in Germania, anche in Gran Bretagna è stato impiantato in due pazienti resi ciechi da una patologia degenerativa un chip che ripristina parzialmente la vista. L'intervento, annuncia l'università di Oxford, è stato effettuato prima su Chris James e poi su Robin Millar, due pazienti affetti da retinite pigmentosa. Entrambi sono stati in grado di distinguere la luce subito dopo l'impianto della retina artificiale, e ora, a distanza di qualche settimana, stanno riguadagnando alcune funzioni dell'occhio.
 

L’OCCHIO BIONICO, com’è stato definito, è un chip di tre millimetri, simile a quello dei telefoni cellulari. Contiene 1.500 recettori capaci di catturare la luce al posto delle cellule danneggiate della retina, e di inviare segnali elettrici al cervello. Il dispositivo è collegato a un alimentatore impiantato sottocute, dietro all’orecchio. Due settimane dopo l’operazione, avvenuta in aprile, la vista dei pazienti ha riacquistato vigore. Nel giro di tre anni dopo altri trial su una cinquantina di pazienti verrà richiesta l’autorizzazione a commercializzare il dispositivo.
«Il cervello dei pazienti non era più abituato a vedere da decenni — spiegano a Oxford — ma quando ha ricevuto nuovamente segnali luminosi ha riacquistato, in parte, la funzione».
L’occhio bionico è una chimera dell’intelligenza artificiale. Gruppi di ricercatori in questo campo sono attivi anche negli Stati Uniti e in Italia. Al Mit di Boston, l’italiano Tomaso Poggio è tra i primi dieci della top italian scientist, la classifica che valuta il numero dei lavori pubblicati e delle citazioni. Studi pionieristici sono condotti alla Sissa di Trieste da Davide Zoccolan, che sta svelando come il cervello possa non solo vedere ma distinguere e riconoscere oggetti e volti diversi. Ma gli esperimenti più simili a quelli tentati a Oxford sono stati condotti, in Italia, da Stanislao Rizzo, direttore del reparto di Chirurgia oftalmica dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa, che a novembre ha ottenuto ottimi risultati con l’impianto Argus II, realizzato nei laboratori della Second sight medical products, in California. Enrica Strettoi, dell’Istituto di neuroscienze del Cnr di Pisa racconta che «la ricerca sta facendo progressi per riparare la retina malata con cellule fotosensibili già da vent’anni». E conferma che le soluzioni a oggi ottenute sono sostanzialmente ben tollerate rispetto alla minaccia del rigetto. «Il cervello — afferma la ricercatrice — sviluppa le capacità visive nei primi otto anni di vita e non le dimentica mai completamente, anche se l’occhio è impedito a vedere per una malattia. Ne sono prova questi impianti. La scommessa è quindi adesso quella di elaborare sistemi sempre più evoluti per migliorare il dialogo macchina-cervello».

Fonti:
http://qn.quotidiano.net/salute/2012/05/14/712564-prodigi_dell_occhio_bionico_italia_mondo.shtml
http://www.leggo.it/zoom/occhio_bionico_restituira_parzialmente_la_vista_ai_ciechi/notizie/178246.shtml
http://www.iapb.it/news2.php?ozim=54

 

 

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