Quanto vuoi?

Questa è senza dubbio la frase più frequentemente mormorata nelle notti sui viali cittadini, non solo di Torino, ma del mondo intero. Il degradante significato che queste due parole messe insieme fanno assumere alla domanda è  ciò che combattono da tempo sia le istituzioni (a partire dalla legge Merlin del 1958 fino alle numerose operazioni contro il traffico di corpi femminili), sia i numerosi comitati ed associazioni –  nati ad hoc  negli ultimi decenni –  che promuovono continue campagne di sensibilizzazione verso il problema della PROSTITUZIONE. In Italia il giro d’affari del sesso a pagamento è di circa 90 milioni di euro al mese e, purtroppo, Torino recita una parte da protagonista in questo sordido spettacolo. La nostra città, come vi abbiamo già mostrato  (http://www.mole24.it/2012/08/24/torino-la-seconda-citta-ditalia-per-numero-di-prostitute/ ), è attualmente medaglia d’argento nel triste podio del numero di lucciole tra le città italiane con il 21% del totale, seconda solo alla metropoli milanese e chiunque di noi, prima o poi, è passato in una delle vie dove si pratica il “mestiere”. Quali sono le principali arterie della prostituzione a Torino e cosa le differenzia le une dalle altre? Con questa domanda in testa, siamo saliti in macchina ed abbiamo fatto alcune scoperte interessanti. La geografia del mercifico sessuale torinese è molto cambiata da vent’anni a questa parte e si è evoluta di pari passo alla trasformazione fisica e demografica della nostra città.

Esistono zone popolate da lucciole di colore, spesso a buon mercato e disposte a tutto pur di guadagnare quei pochi euro che andranno poi ad arricchire altri; la richiesta standard per una prestazione completa è di 20 euro sia in via Pianezza che in via Onorato Vigliani, ma nei dintorni dell’affollatissimo cinema UGC di Trofarello (il centro commerciale 45° Nord, per intenderci) la costellazione di falò lungo le strade è talmente alta da costringere queste ragazze nigeriane o ivoriane dall’atteggiamento esuberante, ma dagli occhi tristi, a scendere a compromessi.

Ci sono poi i grandi corsi in cui si possono individuare facilmente gli stivali inguinali e le minigonne sgargianti di ragazze provenienti dall’est Europa, con tariffe sensibilmente superiori ed un mazzo di chiavi in mano per passare un’ora di amore surrogato in un letto sudato. Lungo i cancelli della Fiat di corso Settembrini e corso Unione Sovietica, ma anche in corso Unità d’Italia e corso Traiano, moldave, rumene e albanesi poco più che adolescenti chiedono 30 euro per un amplesso fugace sul sedile di una macchina e 50 euro per salire in appartamento.

Concorrenti agguerriti sono i trans e i travestiti che a Torino hanno preso possesso di un tratto di via Pianezza, di via Ormea, dove sono controllati a vista dalle gang di pusher e spacciatori di ovuli, e circondano il parco della Pellerina.

Sia su corso Regina Margherita che dal lato di corso Appio Claudio è impossibile non notare queste figure molto appariscenti ed imponenti che dimostrano di essere richiestissime a partire dalla loro tariffa oraria: 100 euro sonanti.
Capitolo a parte meritano due strade, diversissime tra loro, ma simili nelle frequentazioni notturne.
Strada del Portone è la nuova frontiera del sesso a pagamento della periferia sud, mentre via Guido Reni (che cambia nome più volte in de Sanctis, Pietro Cossa e Sansovino) è senza dubbio il più lungo rettilineo dell’amore a scadenza presente sotto la Mole.
Percorrere questo lungo nastro asfaltato dopo le 22 significa dover fare lo slalom tra decine di giovani ragazze caucasiche in abiti che definire minimal sarebbe eufemistico e la fila di auto in trepidante attesa del loro turno.
Fa davvero riflettere vedere queste passeggiatrici appena maggiorenni che potrebbero, anzi dovrebbero, stare sulle copertine dei rotocalchi di moda o ad un concorso per diventare Veline ed invece vendono se stesse con noncuranza a uomini che solo pagando possono accedere a cotanto ben di Dio.

Eravamo convinti che alla rotonda di Candiolo continuasse ad esserci un frenetico via vai di clienti, ma non ne abbiamo trovato traccia alcuna, ma ci ha invece sorpresi la velocità con cui le rare donne di strada a Stupinigi venivano caricate dagli habitué della reggia.
In quasi tre ore abbiamo coperto gran parte del territorio cittadino e dintorni, abbiamo sfiorato superficialmente un mondo pieno di dolore e contraddizioni che spesso la gente non vuole capire e visto donne di rara bellezza che nascondono storie profonde e sogni infranti.
Il mondo cambia, ma la natura umana resta sempre la stessa.
Capace di commuovere con gesti come quello di Alex Zanardi che traina a forza di braccia un concorrente disabile fino al termine di una maratona, per la sola ricompensa di vederlo felice, e offrendo invece il peggio di sé rapendo bambine da paesi lontani, illudendole, violentandole nel corpo e nelle speranze e offrendole a tutti sul terribile piatto della vergogna pubblica.
Homo homini lupus.

M. P.

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1 commento

  1. Certo che bisogna avere coraggio ad andare con una prostituta, anche solo per le malattie.

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