Dopo la morte di Kim Jong-il (il caro leader), l’attenzione del mondo è rimasta puntata soprattutto sulla sua famiglia: la Corea del Nord è infatti l’unica dittatura stalinista della storia ad essersi improntata sulla successione dinastica del potere. Al momento, è tra l’altro la famiglia più longeva della storia per quanto riguarda la guida di una nazione. Questo quadro è complicato dai numerosi matrimoni – almeno quattro – in cui il dittatore defunto si è impegnato nel corso degli anni: le testimonianze della sua vita familiare raccontano inoltre di un clima di terrore, anche interno, che ha segnato in maniera profonda i figli.

All’inizio la moglie ufficiale e compagna del “caro leader” era Song Hye-rim (classe 1937): sguardo aperto, sorriso felice, foulard in testa. Una delle poche foto in cui si vede con chiarezza la mostrano simile a un manifesto della propaganda stalinista: una brava donna lavoratrice. Secondo la leggenda popolare, sarebbe stata scelta dal “presidente eterno” Kim Il-sung per il suo erede Kim Jong-il: da questa unione nasce Kim Jong-nam (1971), primogenito del dittatore e per molti anni destinato a prenderne il posto.

Kenji Fujimoto, nome fittizio dietro cui si nasconde un cuoco nipponico, è stato per molti anni il cuoco personale della famiglia. Di Jong-nam racconta: “Il padre, mentre il figlio cresceva, non riusciva a guardarlo. Diceva che era brutto, che non assomigliava a lui o a suo padre Il-sung. Non lo ha mai accettato, lo costringeva a compiere atti crudeli contro gli animali o i servitori anche se lui non voleva. Lo ha spezzato nell’animo”.

Il ragazzo è stato scoperto mentre viaggiava in incognito verso il Giappone: voleva andare, con un passaporto falso, a Disneyland Tokyo. Subito dopo il suo arresto si è scoperta la sua dipendenza dalla droga e dall’alcool: queste ammissioni hanno convinto il padre a condannarlo all’esilio a Macao. La madre è morta nel 2002 in povertà, esiliata anche lei in un campo di lavoro dall’odio delle concubine e delle successive mogli di Jong-il.

Kim Sol-song (1973) e Kim Chun-song (1975) sono invece figli di Kim Yong-suk (1947), seconda moglie del dittatore di cui non si conosce la sorte. I due erano i prediletti del nonno, che ammirava anche la madre. Purtroppo, raccontava nel 2003 una fonte interna alla famiglia, “Il-sung praticava una forma di educazione simile a quella di Sparta. Ha trattato i nipoti come schiavi, costringendoli a esercizi fisici nella neve e sottoponendoli a umiliazioni destinate (secondo la sua perversa mentalità) a rafforzarne l’animo. Dopo la morte del “presidente eterno” sono scomparsi e, secondo alcuni, sono in pratica due fantasmi che camminano”.

Il “grande successore” Kim Jong-un è nato invece dall’unione fra Kim Jong-il e Ko Yong-hui (terza moglie), nata nel 1953 e morta nel 2004. Insieme a Kim Jong-un, questo matrimonio ha dato vita a Kim Jong-chol (1981) e Kim Yeo-jong (1987). Secondo alcune fonti, dopo le delusioni avute dal primogenito, le attenzioni del padre si sono rivolte a Jong-chol che, però, si è rivelato “troppo effeminato” per il ruolo che veniva chiamato a svolgere. Una ex guardia del corpo sostiene che il nuovo leader teme il fratello diretto: “Una volta mi ha detto che era un eunuco e mi ha chiesto di ucciderlo. Poi mi disse che scherzava, ma secondo me lo odia davvero”.

Kim Ok (1964) – ex segretaria personale, quarta e ultima moglie del “caro leader” – avrebbe infine dato alla luce due gemelli nei primi anni Novanta. L’inchino a terra con cui ha accolto Jong-un nella camera ardente del defunto marito dimostra che, almeno per ora, lei e i suoi eredi non hanno intenzione di combattere per il potere. Forse, data anche la giovane età dei ragazzi, saranno indicati come possibili candidati al ruolo di “quarto Kim”.

Una famiglia distrutta dalla follia e dalla competizione sfrenata per un ruolo che forse nessuno di loro ha mai davvero voluto.

Fonte: http://www.asianews.it/notizie-it/Corea,-il-terrore-%C3%A8-la-norma-anche-nella-famiglia-regnante-23526.html

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