Un dato macroeconomico che gli esperti guardano con grande attenzione è l‘inflazione statunitense. Il motivo è semplice: gli esperti ritengono (o temono) che un eccessivo balzo della dinamica dei prezzi, possa innescare una pressione negativa sulla valuta a stelle e strisce.

Il tema caldo della inflazione

inflazione usaNell’ultimo periodo il dollaro s’era risollevato dopo una brusca tendenza al ribasso vissuta nel corso di qualche mese. Il cambio con l’euro era salito a 1,23, quando un anno fa stava su 1,10. Adesso siamo su 1,21 ma chi adotta strategia forex 15 minuti breve termine ritiene che ancora non si possa parlare di inversione del trend.
Ma gli analisti credono che un dato troppo forte sulla inflazione, potrebbe incidere negativamente sulla valuta nazionale. E cambiare drasticamente la situazione attuale.

A ben guardare, proprio la temuta crescita dell’inflazione sta già agendo in senso negativo sul biglietto verde. Le crescenti aspettative di inflazione rendono da diverso tempo la valuta nazionale più economica. Anche e soprattutto se messe a confronto con quelle – decisamente più contenute – che riguardano la Eurozona.

Stimoli USA e dollaro

In tale ottica, il maxi-pacchetto di stimoli in rampa di lancio negli USA, pari a 1,9 trilioni di dollari, potrebbe spingere al ribasso l’USD. Se infatti da un lato questa misura aiuterà l’economia a crescere, dopo i danni causati dal Covid, dall’altro può portare a un’esplosione dell’inflazione. E quindi al calo del biglietto verde.

Va detto che sul fronte dell’euro però non ci sono segnali così solidi. Le attuali statistiche macro del Vecchio Continente non giustificano l’idea che l’euro possa rafforzarsi ancora sul dollaro. Malgrado diverse previsioni negative per la valuta statunitense, secondo gli esperti dei migliori siti di trading forex è più plausibile che l’economia statunitense si riprenderà più rapidamente rispetto agli altri.

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