Dai ricordi del fotografo Augusto De Luca.
“Ritratti a Capri Negli anni 90 Salvatore Ferrari, proprietario a Napoli di diversi negozi di raffinato design per arredamento e oggettistica di grande qualità e promotore di importanti eventi culturali, mi chiese di realizzare per lui diversi servizi fotografici da pubblicare su Casamica de Il Corriere della Sera, tra i quali uno su Capri. Felice del progetto, dopo qualche giorno presi l’aliscafo e, armato della mia fotocamera Hasselblad e vari obiettivi di corredo, iniziai il lavoro. Ero già stato molte volte su questa stupenda isola del golfo di Napoli, ma non la conoscevo a fondo e, quindi, per me c’era molto da scoprire. Salvatore, inoltre, mi aveva dato un elenco di alcuni luoghi e personaggi da fotografare, tra cui un anziano signore, che si diceva fosse il possessore di un prestigioso violino Stradivari. In verità, nessuno sapeva se quello strumento fosse realmente autentico, ma stava diventando ormai una leggenda caprese, dunque l’interesse era alto. Arrivato, cominciai a fotografare l’isola, girandola in lungo e in largo e, a metà giornata, mi recai ad immortalare i personaggi suggeriti. Il fortunato possessore del famoso violino viveva in una villetta ad Anacapri. Era anziano, con degli occhiali dalle lenti molto spesse e, appena entrai nella casetta, cominciò subito a parlarmi del suo prezioso strumento.
Era assolutamente convinto della sua autenticità, infatti non volle neppure che mi accostassi, perché avrei potuto in qualche modo rovinarlo. In realtà, avrei desiderato soltanto verificarne l’originalità, ma dovetti desistere per non indispettirlo. Rassegnato, cominciai a cercare l’inquadratura più adatta per il ritratto che gli avrei fatto. La casa era piena di oggetti e mobili antichi, ma mi colpì un pianoforte con sopra una foto e una scultura che rappresentavano la moglie, scomparsa, purtroppo, anni prima. La posa, poi, fu anche valorizzata da un’ulteriore inaspettata new entry: un bellissimo gatto nero che, salito sullo strumento, esattamente al momento del mio click, si mise in posa sul lato sinistro, proprio accanto alla statua. In quel momento pensai che il felino tanto caro alla signora, in qualche modo forse ne evocava la presenza e la cosa mi colpì molto. Dopo un caffè, ripresi la mia escursione fotografica e, nello slargo del belvedere vicino ai due grandi scogli dei Faraglioni, sul muretto che affacciava sul mare, trovai seduto un personaggio molto singolare che, in chiave moderna, mi ricordava il famoso pescatore di Capri, Francesco Spadaro. Costui lo si trova ritratto in tantissimi dipinti dell’Ottocento ed è diventato uno dei simboli dell’isola. Fu un incontro propizio il mio, la cosiddetta ciliegina sulla torta.
Con i baffi, il basco sul capo, un bastone nodoso e una straordinaria pipa che finiva a forma di testa di toro con le corna, nell’immaginario collettivo quell’uomo rappresentava sicuramente il tipico isolano. Immediatamente gli chiesi se potevo fotografarlo e lui accettò… sembrava che non aspettasse altro. Tutto era già pronto come su di un set preparato in precedenza e non dovetti far altro che scattare. Sinceramente, quest’ultima foto valeva tutta la mia trasferta su quest’incantevole isola. Restai lì ancora un poco e poi andai al porto, dove salì sul primo aliscafo per Napoli. Era stata sicuramente una giornata stancante, ma piena di emozioni e di incontri speciali”.