Sono passati trentatre anni da quando il 7 gennaio del 1979 il regime dei Khmer rossi di Saloth Sar, universalmente noto come Pol Pot, capitolava ad opera dell'esercito vietnamita. Al potere in Cambogia dal maggio del 1975, in quattro anni la dittatura Khmer, di stampo maoista, diede vita ad una delle pagine più allucinanti della storia dell'umanità. L'imperativo fu ricominciare tutto dall'anno zero attraverso l'annientamento totale di ogni forma di modernità, della società e dell'essere umano stesso.

La distruzione di automobili, elettrodomestici, macchinari, libri; l'abolizione delle scuole, della moneta, del commercio, degli affetti, furono solo il brevissimo preludio ai campi di lavoro forzato, alle torture, alle esecuzioni di massa, alle fosse comuni. Chiunque sapesse leggere o scrivere, parlasse lingue straniere, portasse gli occhiali, era considerato un nemico e quindi eliminato. Ben presto la maniacale visione dei Khmer portò a considerare chiunque un nemico. Il risultato fu la trasformazione del paese in un raccapricciante campo di sterminio a cielo aperto dove 2 milioni di persone, il 25% della popolazione, furono massacrate. I responsabili di questa barbarie, sono praticamente rimasti impuniti sino ad oggi.

Arrestati solo nel 2007, a giudicarli sarà l'ECCC, tribunale istituito ad hoc nel 2003, composto in maggioranza da giudici nazionali ed in parte da giudici internazionali.

Dopo 8 anni di lavoro ed un costo di milioni di euro un solo obiettivo raggiunto, la condanna di Kaing Guek Eav, alias compagno Duch, il macellaio di Phnom Penh, torturatore di professione, direttore del carcere Tuol Sleng, efficientissima macchina organizzata per sterminare esseri umani, 600 al giorno; i 35 anni comminatigli, addirittura ridotti a 19 a causa del periodo già scontato in carcere e per altre motivazioni tecniche, non sono un'assoluzione, ma 15mila ergastoli (tante furono le vittime del campo) avrebbero dato una parvenza di giustizia. Per gli altri imputati il processo è appena iniziato, ma non è un mistero che il tribunale sia accusato di subire pressioni politiche e ritardi. Troppi, perché gli imputati sono ormai tutti ultraottantenni e malati, o dichiaratisi tali.

Fonte:
http://www.loccidentale.it/node/113489

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