Dai ricordi del fotografo Augusto De Luca.
“Quella mattina avevo un appuntamento in un albergo con Francesco Rosi, un grandissimo regista e sceneggiatore che aveva fatto la storia del cinema italiano.
Lo incontrai nella sua lussuosa suite super panoramica; i balconi di quelle stanze affacciavano tutti sul golfo di Napoli e avevano una veduta mozzafiato.
Il maestro Rosi mi venne ad aprire, era solo nella stanza e subito mi chiese gentilmente ma serio in viso se volevo un caffè. Su di un tavolo al lato della stanza c’era un vassoio d’argento con dolci e qualche brocchetta dal quale proveniva un magnifico profumo di caffè. Fu lui a versarlo nella mia tazza e a zuccherarlo.

Francesco Rosi di Augusto De Luca

Poi mi disse che aveva accettato di incontrarmi perché era rimasto molto colpito dalle mie foto. Mi raccontò che anche lui aveva la passione per la fotografia trasmessagli dal padre, che la domenica in uno sgabuzzino sviluppava e stampava le foto tra bacinelle e acidi. Quando sulla carta immersa negli acidi appariva l’immagine, lui si emozionava sempre moltissimo. Poi il padre dopo aver lavato le stampe le appendeva ad asciugare ad un filo con delle mollette da bucato.
Io rimasi piacevolmente colpito da questo racconto che sicuramente ci univa in un comune interesse. Mi raccontò anche del suo rapporto con Napoli che amava molto anche se era andato a vivere a Roma e che tornava a rivedere ogni volta che ne aveva occasione.
Poi gli chiesi se potevo iniziare a fotografarlo; lui senza parlare, si alzo appoggiandosi allo schienale di una delle sedie ma la sua espressione non cambiò molto, anche durante tutti gli scatti. Traspariva sempre da quel viso una serietà che forse poteva in qualche modo anche essere scambiata per durezza. In realtà Rosi era un uomo tutto d’un pezzo, poco incline a inutili superficialità e lo hanno sempre dimostrato i suoi splendidi films molto impegnati. Basta ricordare uno dei suoi capolavori: ‘Le mani sulla città’, in cui ha denunciato l’intesa tra economia, malaffare, politica corrotta e criminalità organizzata, un cinema insomma che fa riflettere.
Forse il ritratto che gli ho fatto, non rispecchia a pieno il mio stile fotografico, ma sicuramente in esso traspare però tutta la personalità e l’impegno di questo grande regista.
Grazie Rosi”.

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