Facebook è a  Wall Street. Le azioni del social network sono iniziate a circolare in Borsa, con una delle più grandi Ipo della storia della Rete e degli States: il prezzo è subito schizzato a 42,99 dollari per azione e un valore di 116,6 miliardi di dollari.

Il terremoto finanziario, però, come ricorda Mashable, non riguarderà esclusivamente quelli che si precipiteranno a comprare le azioni dell’impero di Zuckerberg (qui una guida all'aquisto), ma ognuno dei  900 milioni di utenti del social network. Ecco perché.

Soldi, soldi, soldi
1) Tanti soldi in arrivo sono sinonimo anche di nuove acquisizioni (come la recentissima di Instagram), investimenti in ricerca e sviluppo (di app), soprattutto nel mercato mobile.

2) Facebook comincerà a subire una nuova forma di pressione: diversificare e aumentare le sue fonti di introiti, anche per attirare nuovi utenti (e contrastare il fisiologico rallentamento nel tasso di nuove iscrizioni). Sarà quindi alla disperata ricerca della next big thing. Il che non può non significare nuove sperimentazioni e nuovi prodotti da testare sulla pelle dei suoi utenti.

3) Troppi soldi, però, non sono sempre un bene: l’ingresso in borsa trasformerà molti dei dipendenti di Mark Zuckerberg in multimilionari, meno dediti alla causa comune e magari interessati ad avviare un’impresa in proprio. Potrebbe esserci un vero esodo e, nel turnover, Facebook deve assicurarsi sia di assumere personale altrettanto valido, sia di non intaccare la qualità del servizio destinato agli utenti.

4) L’ingresso in borsa porterà una spudorata quantità di dollari nelle tasche di angel investors (o business angels) che potrebbero essere ben disposti a investirli in nuove startup.

È la pubblicità, baby
5) Da ogni s.p.a. che si rispetti, gli azionisti si aspettano profitti in crescita e di solito non ammettono  défaillance. Per Facebook la pressione in questo senso non potrà che essere maggiore rispetto a quella subita da altre aziende, e la prima reazione sarà quella di vendere più pubblicità e inventarsi nuovi spazi per gli ad.

6) Il mercato mobile non si potrà sottrarre all’invasione di pubblicità, anzi. Siate pronti.

7) E questi annunci pubblicitari, seguendo l’esempio del concorrente Google, saranno sempre più personalizzati sulla base dei dati degli utenti e su quello che questi e i loro amici postano sul social network.

8) Per personalizzare ancora di più la pubblicità, Zuckerberg potrebbe decidere di mettere definitivamente mano a un progetto che ormai accarezza da tempo: la creazione di un motore di ricerca proprio, in grado di sfidare sua maestà Google.

9) Pubblicità indiretta è l’obiettivo dei brand che hanno una pagina sul social network. Al momento i dati dicono che ogni utente vede solo il 12 per cento degli aggiornamenti dei propri amici e probabilmente per le aziende questa percentuale è inferiore.  Imprese, app e media, in lotta per la migliore posizione sul News Feed, vorranno alzarla, e potrebbero essere costretti a pagare per avere una maggiore visibilità.

È un momento chiave
10) La giornata di oggi segna un punto di svolta nella storia e nella crescita dei social media. E, proprio come è accaduto con l’Ipo di Google, spingerà una nuova generazione di talenti a entrare nell’industria dei nuovi media e della tecnologia informatica.

11) Si tratta di un evento senza precedenti in termini di significato: in un momento il principale social network del mondo diventerà di proprietà delle persone che lo hanno reso tale, e che scommetteranno ancora sull’azienda confidando nella sua capacità di destreggiarsi tra le esigenze di Wall Street e quelle degli utenti.

E la privacy? Non morirà domani, nonostante la tentazione che potrebbe avere Zuckeberg di usare ancora di più i dati degli utenti per generare profitto. Concorrenti, agenzie governative e Unione Europea tengono sotto stretta osservazione questo aspetto dell’azienda pronti a saltarle alla gola.

Fonte: http://daily.wired.it/news/economia/2012/05/18/ipo-di-facebook-riguarda-te-23667.html

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