Una delle valute finite al centro dell’attenzione recente, è il rublo russo. Mosca infatti ha sorpreso tutti annunciando che il National Wealth Fund, il principale fondo sovrano del Paese (utilizzato per pagare il sistema pensionistico russo), eliminerà il dollaro e ridurrà la quota della sterlina britannica entro un mese.
Di contro, aumenterà il peso di euro e yuan. Soprattutto quest’ultimo assume grande rilevanza, in un’ottica di alleanza in Oriente.
La sfida Russia-Usa sul dollaro
Non è roba di poco conto, visto che il controvalore delle attività liquide in dollari detenute dal Russian National Wealth Fund è pari a circa 41,5 miliardi, il 35% del totale.
La scelta si instaura lungo un percorso di svincolo dal dollaro, che la Russia da tempo ha avviato. Anche per sterilizzare le frequenti sanzioni subite da Washington.
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Nervi tesi
A tal proposito, i rapporti tra Casa Bianca e Cremlino sono divenuti di nuovo tesi, dopo un nuovo attacco cibernetico del quale sono sospettati hacker russi. Non è la prima volta che situazioni del genere creano dissapori tra i due blocchi.
Il 16 giugno in Svizzera, i presidenti Biden e Putin si incontreranno in un vertice bilaterale, e in quell’occasione verrà discusso anche il tema della cybersicurezza, della stabilità nucleare strategica, della pandemia di Covid-19 e dei conflitti regionali.
Politica monetaria
Intanto sul fronte della politica monetaria, la Banca Centrale Russa ha alzato i tassi di interesse di 50 bps, lasciando la porta aperta a ulteriori rialzi nei prossimi mesi per contenere l’inflazione.
Per quanto riguarda invece il rublo, il cambio con il dollaro è risalito a 73,2, dopo aver toccato il livello più alto da marzo dopo un doppio minimo (trading analisi tecnica).
A spingere la valuta russa sono l’aumento dei prezzi del petrolio e l’allentamento delle tensioni geopolitiche, dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato che non avrebbero sanzionato la società dietro il gasdotto Nord Stream 2 verso la Germania.