Negli ultimi giorni il mercato delle criptovalute ha dovuto fare i conti con un nuovo shock. La piattaforma di exchange FTX è finita in bancarotta, trascinando l’intero settore al ribasso e rialimentando antiche paure legate alla scarsa regolamentazione del settore.

La BCE e le criptovalute

Sul tema è intervenuto anche il vicepresidente della Banca Centrale Europea Luis de Guindos. In occasione della presentazione del rapporto sulla stabilità finanziaria, ha parlato di ripercussioni che però al momento sono solo circoscritte.

Tuttavia ha rimarcato che un episodio come quello recente non ha destato la sua sorpresa, dal momento che il settore delle criptovalute è considerato molto vulnerabile. Non a caso ha rimarcato che in passato la BCE più volte si è soffermata sulla fragilità dell’intero settore, sulla sua enorme volatilità e sulla instabilità degli asset.
Allo stesso tempo però ha detto che la Banca Centrale Europea sta monitorando la situazione, dal momento che possono esserci “legami oscuri” con il resto dei mercati, che “vanno oltre la nostra capacità di analisi“.

Il terremoto nel settore delle criptovalute

Nel frattempo il fallimento di FTX ha innescato un vero e proprio terremoto sul mercato delle criptovalute.
A cominciare da Bitcoin, che è precipitato verso i 16000 dollari disegnando una candela hanging man trading, tutte le monete digitali hanno subito perdite consistenti. Anche Ethereum ha perso decisamente quota, così come Ripple e Dogecoin (la criptovaluta preferita da Elon Musk).

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La paura ha spinto i clienti a prelevare grossi fondi dai propri portafogli digitali. Qualcuno ha quantificato tra 1 e 2 miliardi di dollari. Il timore di effetti negativi a cascata sta penalizzando l’intero settore e soffoca sul nascere ogni tentativo di ripresa dei prezzi.

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