Nei giorni scorsi la Turchia ha assistito ad una nuova mossa di politica monetaria da parte della banca centrale. La CBRT ha infatti deciso di alzare il tasso di interesse riferimento dei pronti contro termine a una settimana, di 500 punti base. Il costo del denaro sale così al 30%.
Il costo del denaro sale così ai livelli più alti dal settembre 2003.

La decisione sul costo del denaro

turchiaIl quarto aumento consecutivo del costo del denaro mira a contenere l’inflazione, che nel paese è scesa al 58,9% ad agosto, rispetto al 47,8% di luglio (l’obiettivo fissato dalla banca è al 5% nel medio termine). Undici mesi fa l’indice dei prezzi al consumo (Cpi) ha raggiunto il picco dell’85,5 per cento, il massimo degli ultimi 24 anni.

La Banca centrale turca aveva precedentemente spiegato che l’inflazione avrebbe probabilmente raggiunto il 62% entro la fine dell’anno, superando le previsioni iniziali.
Secondo l’istituto guidato da Hafize Gaye Erkan, queste strette così aggressive dovrebbero concretizzare una disinflazione il più presto possibile.

L’istituto turco ha aggiunto che la stretta sarà gradualmente rafforzata quando e nella misura necessaria, fino a quando non sarà raggiunto un significativo miglioramento delle prospettive di inflazione. I trader attualmente scommettono che i tassi di interesse raggiungeranno il 35% entro la fine dell’anno.

La Lira continua ad essere debole

Dopo la decisione della CBRT di alzare ancora il costo del denaro, la lira turca non è cambiata granché. Il cambio USDTRY si trova sui 27, in prossimità dei massimi record, e la ichimoku cloud strategia evidenzia la lontananza dalla “kumo”. Appena a maggio scorso, il rapporto di cambio rispetto al biglietto verde si trovava sotto quota 20.

Surplus pubblico migliora

Intanto il surplus pubblico della Turchia è salito a 51,3 miliardi di TRY nell’agosto 2023 (fonte dati Pocket Option Italia), rispetto ai 3,6 miliardi di TRY nello stesso mese dell’anno scorso, segnando il secondo mese consecutivo di surplus di bilancio. Questo miglioramento è dovuto soprattutto all’implementazione delle nuove normative fiscali fatte a partire da luglio, con un conseguente aumento del 100% delle entrate fiscali.

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