«Che male c'è confrontare i prezzi sulle bancarelle e scegliere le cose più convenienti? O andare al mercato prima della chiusura, quando fanno gli sconti? Penso sia meglio passare per tirchi che buttare i soldi dalla finestra». Una legittima esternazione da modesto pensionato può assurgere a massima filosofica se a pronunciarla è uno degli uomini più ricchi del mondo, Ingvar Kamprad, più noto come «Mister Ikea» (fortuna personale stimata attorno ai 18 miliardi di euro), lo svedese che oltre 60 anni fa ha inventato l'omonima azienda, rivoluzionando su scala planetaria il modo di arredare e di abitare. Il bilancio Ikea parla d'un fatturato di circa 20 miliardi di euro in un tripudio di continua espansione territoriale e commerciale.
Ma di fronte a una tale opulenza di cifre lui non si scompone. Anzi, vive quasi da povero. Vestiti più da bocciofila che da alta finanza, vecchie macchine, voli economici su Easy-Jet e abbonamenti in metrò nelle grandi città. Insomma zero lusso, zero sprechi, zero clamori.

Per questa sua spilorceria manifesta avava ricevuto parecchie critiche e il giornale "The Economist" gli aveva puntato il dito addosso, definendolo un “vero taccagno” per non aver seguito l’esempio dei vari Bill Gates e Warren Buffet che hanno profuso miliardi di dollari in beneficenza.
Ingvar Kamprad, che finora sembrava aver fatto orecchi da mercante ad ogni critica, ha improvvisamente sorpreso tutti aprendo la borsa e distribuendo a mani larghe il proprio denaro. Ne hanno beneficiato non soltanto fondazioni umanitarie e scientifiche, ma anche il suo comune di provenienza, Agunnaryd, che si è ritrovato in possesso di parecchi milioni di euro per restaurare e rimettere in funzione strutture che avevano subito un graduale degrado.
Miliardi di corone di Kamprad sono andati ad ospedali pediatrici, università e centri di ricerca medica e scientifica, ma non basta.

Adesso Mr. Ikea vuole ricompensare i suoi 126.000 dipendenti, sparsi nei 200 supemercati dell’arredamento in tutto il mondo, degli sforzi che hanno fatto per decretare il suo successo imprenditoriale e finanziario, facendoli partecipi dei guadagni aziendali. Il primo appello è quanto mai esplicito: «Lavorate tutto il giorno 9 ottobre, che è un sabato, ed avrete uno stipendio in più!», ma Kamprad è andato oltre specificando che anche coloro che a quella data saranno assenti, per un motivo o per l’altro, riceveranno lo stesso premio. Questo è soltanto il primo passo verso quella che potrebbe essere definita “una compartecipazione ai redditi dell’azienda offerta spontaneamente dalla proprietà” e i termini della sua misura saranno definiti, di volta in volta, dalla società madre olandese della IKEA, la Ingka Holdings, sulla base del risultato di ogni gestione annua. Gli esperti svedesi hanno calcolato che ciascun dipendente
potrebbe così ricevere dai 1.000 ai 3.000 euro ogni anno a titolo di gratifica. Ingvar Kamprad ha posto una condizione irrinunciabile: il premio dovbrà essere uguale per tutti, dagli aiutanti di magazzino ai direttori generali, senza alcuna distinzione.

C’è chi insinua che questa imprevedibile generosità da parte di Ingvar Kamprad sia una conseguenza del difficile e doloroso calvario che egli e sua moglie dovettero percorrere verso la fine dello scorso anno, afflitti da gravi malattie che li costrinsero a lunghe terapie in ospedali diversi. Alla fine, la signora Marianne Kamprad dovette cedere al male e suo marito, “l’uomo d’acciaio che ha arredato il mondo cominciando con le mani vuote” le stette vicino fino in fondo. Egli stesso ha detto: «Sedetti al suo capezzale almeno dieci ore ogni giorno, avvertendo come la sua mano diventasse gradualmente sempre piú fredda. E allora pensai che il mio denaro sarebbe dovuto servire ad alleviare le sofferenze degli altri». Dopo i funerali della moglie, l’ottanticinquenne fondatore di IKEA, residente in Svizzera, ha dato notizie rassicuranti sulla propria salute: «Mi fa ancora un po’ male la schiena, ma per il resto sto bene», ha detto. «E questi nuovi progetti di beneficenza e di distribuzione della ricchezza mi confortano e mi rendono felice».

Fonte:
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-da-tirchio-a-benefattorela-metamorfosi-di-mrikea-4301.htm
http://www.corriere.it/esteri/08_aprile_17/villetta_mister_ikea_5422e7aa-0c48-11dd-aecb-00144f486ba6.shtml

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