23:17 – L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha comminato per violazione dei regolamenti elettorali multe ai telegiornali che hanno trasmesso in prime time il 20 maggio le interviste al premier sulle amministrative. A Tg1 e TG4 è andata la multa massima prevista, di 258.230 euro, in quanto recidivi, 100 mila euro ciascuno a Tg2, Tg5 e Studio Aperto. Mediaset si dice “allibita per le sanzioni contro le quali ricorrerà immediatamente al Tar”.

Il provvedimento è stato deciso a maggioranza dalla commissione Servizi e Prodotti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, dopo aver analizzato la trasmissione delle interviste rilasciate dal premier, Silvio Berlusconi, venerdì 20 maggio, sulla base degli esposti ricevuti.

“Sul punto – ricorda la nota – l’Autorità aveva chiesto il 21 maggio chiarimenti urgenti alle emittenti interessate”. In base alle osservazioni pervenute da Rai e Mediaset, la Commissione ha deciso che le interviste abbiano violato i regolamenti elettorali in quanto contenevano tutte opinioni e valutazioni politiche sui temi della campagna elettorale, ed erano “omologhe per modalità di esposizione mediatica”.

L’Autorità ribadisce inoltre che “vige il dovere di equilibrio e completezza di informazione fino alla conclusione della campagna elettorale con i ballottaggi in corso”. L’Agcom ha anche chiarito che, fino allo svolgimento del secondo turno delle amministrative, su tutto il territorio nazionale vige il divieto di diffusione di sondaggi sulle intenzioni di voto.

Calabrò: “Nessuna valutazione politica”
Le sanzioni ai tg decise dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni seguono “una valutazione strettamente giuridica e nessuna valutazione politica”. Lo ha detto il presidente dell’Autorità, Corrado Calabrò. “La commissione ha fatto una valutazione tecnica e giuridica della situazione: la violazione c’è e le sanzioni ne sono la naturale conseguenza”, ha chiarito Calabrò.

Mediaset “allibita” ricorrerà immediatamente al Tar
Con una nota Mediaset ha fatto sapere di essere “allibita per le sanzioni decise dall’Agcom contro le quali ricorrerà immediatamente al Tar”. Lo annuncia l’azienda in una nota. “Con questa decisione – ha sottolineato la società di Segrate – l’Authority impedisce di fatto alle televisioni di fare il proprio mestiere di informazione e in questo modo diventa parte anziché arbitro, come la legge vorrebbe, del confronto politico”.

Tg1, Minzolini: “Sono esterrefatto”

“Sono esterrefatto. L’Agcom ha multato tutte le tv che hanno fatto un’intervista al premier che non parlava dal giorno delle elezioni. In altre parole, secondo l’Autorità, il capo del governo non doveva essere intervistato”. Commenta così il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, la sanzione dell’Agcom. “Quindi il criterio giornalistico è stato messo da parte e ne è stato introdotto un altro dai contorni confusi – aggiunge Minzolini – che non è neppure quello della par condicio, visto che l’equilibrio in tv era assicurato dalla natura e dai tempi delle presenze dei politici dell’opposizione”.

Tg4, Fede: “Offesa all’autonomia dei giornalisti”
“Un’intimidazione di natura politica”: è in sintesi il giudizio che Emilio Fede dà della multa dell’Agcom al Tg4. “Sono furibondo”, ammette Fede, convinto che la decisione sia “un’offesa gravissima all’autonomia dei giornalisti e dei direttori, di cui risponderanno davanti all’opinione pubblica. E’ in atto una strategia precisa per impedire a Milano la vittoria del candidato del Pdl. Ma sono certo che stanno facendo un cattivo servizio a Pisapia. Siamo di fronte a una palese, metaforicamente parlando, disonestà politica”, sottolinea Fede.

Tg5, Mimun: “Grave intimidazione”

“Che intervistare il leader del partito di maggioranza relativa, nonché presidente del Consiglio, per commentare i risultati del primo turno delle amministrative, possa portare ad una sanzione da parte di un organismo di garanzia, è assolutamente paradossale”. E’ questo il commento di Clemente Mimun, direttore del Tg5. “Si manifesta come una pesante intimidazione, che naturalmente verrà ignorata dagli organi di rappresentanza dei giornalisti italiani”.

Ma il Cdr si dissocia: “Non è intimidazione”
Il Comitato di redazione del Tg5 non pensa affatto che la decisione dell’Agcom sia un atto di intimidazione ai giornalisti. L’Agcom – fa sapere il Cdr – è un organismo super partes che svolge una missione di garanzia a tutela di tutti i cittadini italiani. Pertanto le sue decisioni vanno rispettate, così come vanno rispettate le regole, tutte e da parte di tutti, e ci auguriamo che il Tg5 prenda atto concretamente delle regole della par condicio e delle indicazioni fornite dall’Agcom relativamente alla gestione dell’informazione durante la campagna elettorale.

Studio Aperto, Toti: “Si cancella la libertà di stampa”
“Giornalisticamente era impossibile rinunciare a quell’intervista. Sono francamente stupefatto perché il pronunciamento di oggi dell’Authority cancella di fatto l’autonomia delle redazioni e quindi la libertà di stampa”. Così il direttore di Studio Aperto, Giovanni Toti. “Ma secondo l’Agcom – chiede Toti – che dovevamo fare? Il premier rilascia un’intervista dopo cinque giorni di silenzio seguiti al risultato del voto, tutte le redazioni che chiedevano un commento, finalmente Berlusconi accetta di sottoporsi alle domande e noi avremmo dovuto dire: ‘no, grazie’?”.

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