Phiona Mutesi, Chess Prodigy
In una chiesa traballante di un quartiere povero dell’Uganda, una ragazza spinge la sua mano in avanti e un alfiere nero cade. La ragazza non mostra alcuna emozione, sebbene sappia che la fine è vicina. Con un attacco silenzioso e veloce, cade anche la regina nera e poi il re. Solo a quel punto sorride.

“Hai attaccato troppo” dice al ragazzo seduto di fronte a lei su di un panchetto di legno.

Phiona Mutsei ha 15 anni. Ha appena finito la scuola elementare e sta ancora imparando a leggere. La sua famiglia è così povera che è stata sfrattata più volte dalla minuscola capanna che affitta. E 'quanto di più lontano si potrebbe immaginare dal tipico giocatore di scacchi dell’ Uganda – medici, banchieri, e i loro figli che frequentano le scuole d'élite.

Tuttavia Phiona è già diventata la miglior giocatrice femmina di scacchi del paese. Lo scorso settembre ha partecipato allo Olimpiadi di Scacchi in Siberia come la numero 2 ugandese, l’unica ragazza in una squadra di studenti universitari e donne impiegate. Al suo ritorno ha trionfato nel torneo locale più ricco e prestigioso, sconfiggendo lungo il percorso, il giocatore più forte del suo paese.

Nata nel 1995 nella periferia di Kampala ed esattamente a Katwe, un grande quartiere povero dove i vicoli sporchi sono attraversati dai ruscelli delle acque di scarico, Phiona aveva tre anni quando suo padre morì. Subito dopo morì anche sua sorella. Sua mamma si alzava alle tre del mattino e lavorava duramente tutto il giorno, andando al mercato a comprare avocado, melanzane e zucche per rivenderle, ma i soldi erano sempre pochi.

La loro casa di 3 metri x 3 è senza finestre, con i muri fatti di mattoni friabili e un pavimento dissestato in lamiera sostenuto da sottili travi di legno. Una tenda è tesa sulla porta d’ingresso ma deve quasi sempre rimanere aperta per il caldo opprimente e lo stendibiancheria attraversa  la stanza. Non c'è nulla sui muri, a parte alcuni numeri di telefono incisi sulle pareti da usare in caso di emergenza. Ma non c’è alcun telefono.
L’intero contenuto della stanza è costituito da due secchi per l’acqua, un recipiente per lavare, una lampada a petrolio, una minuscola cucina a carbone fatta con del metallo di recupero, una teiera, un paio di piatti e di bicchieri, un logoro spazzolino da denti, un piccolo frammento di uno specchio , una Bibbia e due materassi ammuffiti impilati uno sopra l'altro che vengono usati la notte dai componenti della famiglia: Phiona, Harriet, Brian e Richard.

Phiona dopo un anno di scuola elementare, fu costretta ad abbandonarla, insieme ai suoi fratelli per lavorare. Usciva di casa alle 2 del mattino sei giorni alla settimana e percorreva a piedi 5 kilometri per andare dagli agricoltori a comprare i prodotti  per poi rivenderli.

C’erano solo pochi bambini a Katwe che erano costretti a lavorare, bambini che Robert Katende, un ragazzo di 28 anni impiegato presso associazione caritativa statunitense Sport Outreach Institute, cercava di aiutare. Comprendendo che il gioco del calcio non poteva essere adatto a tutti, Katende decise di insegnare a giocare a scacchi ad alcuni di loro e il fratello di Phiona era uno di questi. Un giorno Phiona decise di seguirlo in Chiesa, dove si svolgevano le partite. A quel tempo aveva solo 9 anni.

“Non avevo mai sentito parlare di scacchi ma mi piaceva il loro aspetto”.

Phiona è stata veloce e determinata ad imparare. Ogni notte si esercitava con i suoi fratelli alla luce della lampada a petrolio su di una scacchiera prestata da Katende. Nel giro di un anno era già in grado di battere regolarmente “Coach Robert”. Katende rimase impressionato  – “riuscivo a vedere come lei pianificasse molte mosse in largo anticipo” ma non sorpreso. Gli altri ragazzi della sua classe avevano già dimostrato che crescere nella povertà non era di ostacolo per essere dei buoni giocatori e forse poteva addirittura essere un vantaggio. Dice Katende: “Questi ragazzi dei bassifondi pensano solamente  a  come fare ad arrivare a fine giornata, vivono per sopravvivere e gli scacchi sono un gioco di sopravvivenza”.

Dopo una iniziale resistenza della federazione di scacchi, che sosteneva che i campionati giovanili erano per gli studenti ma non per i “ragazzi di strada”, nel 2005 a Katende fu permesso di inserire una squadra del villaggio di Katwe.

Per molti di loro era la prima volta che lasciavano il villaggio.

“Al torneo però venivano isolati e alcuni dei loro avversari pensavano che fossero sporchi”, come ricorda Katende. “Infatti i rivali indossavano i loro abiti migliori e li guardavano con disprezzo.

Nel 2007, all’età di 11 anni Phiona fu inserita nella squadra e vinse, nonostante alcuni dei suoi avversari avessero il doppio dei suoi anni. Difese il titolo anche l’anno dopo ma successivamente Phiona e alcuni suoi compagni di squadra non parteciparono più a questi tornei per spostarsi verso cose più grandi.

Nel 2009  lei e due altri ragazzi di Katwe andarono a Juba, nel Sud Sudan, per un campionato regionale che coinvolgeva 16 paesi. Era la prima volta che andava in un aeroporto, che aveva una stanza tutta per lei o che ordinava da mangiare.

Phiona vinse tutte le partite e il titolo femminile, così anche per gli altri ragazzi di Katwe fu un successo e vinsero il premio a squadre.

Questo piccolo successo visto da solo non è niente di particolarmente eccezionale, ma lo diventa considerando la provenienza di questi ragazzi.

In Uganda gli scacchi sono sempre stati visti come un gioco per ricchi, come il golf e ora proprio i ragazzi più poveri del paese sono anche i migliori.

Alle Olimpiadi in Siberia, Phiona fu molto ricercata dalle televisioni americane e olandesi che ormai erano a conoscenza della sua straordinaria storia. Nella competizione perse quattro partite – di cui una contro il n.1 canadese – prima di poterne vincer una. La sua consolazione fu quella di poter conoscere il suo eroe di scacchi Gary Kasparov.

“Non ho giocato molto bene ma la prossima volta farò meglio”.

Ma le speranze sono molto buone. E’ rimasta imbattuta nel torneo di Kampala, vincendo molti dei suoi compagni della squadra olimpica e portandosi a casa il premio di 130 £. Una parte di questi soldi li ha poi usati per comprarsi delle hair-extensions e per pagarsi la retta scolastica e il rimanente li voleva dare a Katende che però li ha rifiutati, aiutandola a comprare quattro materassi e un letto a castello a quattro posti. Ora, per la prima volta, Phiona e la sua famiglia non devono condividere due logori materassi stesi sul pavimento.

Katende con un sorrise dice: “Negli scacchi, non importa da dove vieni ma solo dove metti i pezzi”.

 

Fonti:
http://www.guardian.co.uk/world/2011/feb/18/ugandan-phiona-mutesi-chess-player
http://iplayoochess.com/tag/phiona-mutesi/

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