E' durato davvero pochissimo il sollievo di Theresa May, perché la questione Brexit rischia ancora di travolgerla. Ieri la premier britannica ha potuto incassare un successo interno al suo Governo, che ha votato a maggioranza esprimendosi in favore dell’accordo di 500 pagine con la UE.

L'accordo su Brexit e le dimissioni

brexitL'accordo "soft", che dà soprattutto ampie ragioni all'Europa, ha però provocato un vero terremoto all'interno del Governo. Dominic Raab, ministro per la Brexit, si è dimesso. Aveva fatto lo stesso anche Shailesh Lakhman Vara, ministro per l’Irlanda del Nord. Poco dopo anche la ministro di lavoro e pensioni, Esther McVey ha detto arrivederci e grazie. Indubbiamente la defezione più importante è quella di Raab, che in estate aveva sostituito David Davis anche lui dimissionario perché critico con l’andamento dei negoziati. La premier britannica ha commentato queste dimissioni a braccia aperte: "portare a compimento Brexit comporta scelte difficili per tutti noi".

Nel presentare le proprie dimissioni, Raab scrive che sono due le ragioni della scelta. Anzitutto secondo lui il regime normativo proposto per l’Irlanda del Nord rappresenta una minaccia reale per l’integrità del Regno Unito. In secondo luogo l'ex ministro non se l'è sentita di appoggiare "un accordo a tempo indeterminato, in cui l’Unione europea ha il diritto di veto sulla nostra capacità di uscita".

Sterlina in profondo rosso

A pagare dazio a questa situazione è stata la sterlina, che subito ha registrato un calo profondo. La valuta britannica ha toccato 1,2808 dollari da 1,2990 di ieri con un calo di oltre l'1% (e con l'indicatore ATR Average True Range che manda altri segnali ribassisti). L'euro invece sta marciando in lieve rialzo sul dollaro, restando oltre quota 1,13.

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Il prossimo appuntamento cruciale è in calendario il 25 novembre, quando ci sarà un summit straordinario della Ue per l'ok dei 27 all'accordo (lo ha annunciato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk). Il conto alla rovescia fino al 29 marzo 2019, data in cui scatterà la Brexit (col periodo transitorio di 21 mesi dove Londra continuerà ad applicare le regole Ue ma non avrà più potere decisionale) continua.

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